CONTINUATE PURE A SCHERZARE, NEL FRATTEMPO IL PROCESSO NON SI ARRESTA
LUNEDI  4 MAGGIO  2009
 
E bravo il nostro amico, che insiste nella sua grande arte di prendere in giro chi sostiene idee  diverse dalle sue, ed allora ecco vi informiamo di quanto si legge in questi giorni:  

(Alcune frasi evidenziate scritte dal nostro amico , capo-redattore di un noto giornale meteo negazionista , con lo scopo di prendere in giro chi sostiene come noi che il riscaldamento globale , negli anni, possa portare a queste possibili conseguenze...)

farà caldo e basta, fonderanno i ghiacci, non pioverà o più o pioverà troppo, gli oceani si solleveranno, la Valpadana sarà invasa dalle palme, Venezia non esisterà più. 

Lascio a voi, cari amici di Meteorete, ogni commento a proposito, personalmente penso che non valga nemmeno più rispondere a certe frasi, che non hanno nessun tipo di scopo ne tanto meno di logica, ma sono fatte ad arte per provocare coloro che invece  basano i propri concetti su dati e fondamenta sicure. Ma noi non vi scomponiamo, anzi volgiamo informarvi su nuovi risultati emessi in questi giorni.


Sull'ultimo numero della rivista Nature che in The Climate Crunch mette assieme le ricerche di istituti molto autorevoli (dal Potsdam Institute for Climate Impact Research all'università di Oxford). Conti alla mano, risulta che se non si agisce immediatamente, nel giro di un paio di decenni subiremo un danno molto ma molto importante. 

E' un risultato a cui si arriva seguendo due percorsi logici diversi e convergenti. Partiamo dal primo: le emissioni di carbonio. Gli scienziati hanno calcolato che, per contenere l'aumento di temperatura entro i 2 gradi (il livello oltre il quale il prezzo per l'umanità diventa altissimo), bisogna stare ben al di sotto del tetto complessivo di mille miliardi di tonnellate di carbonio.

Dalla rivoluzione industriale in poi abbiamo consumato quasi metà di questi mille miliardi. Al ritmo attuale di aumento delle emissioni ci giocheremmo la dote restante in una ventina di anni.

Quest'ordine di grandezza torna seguendo un altro ragionamento. Prendiamo la concentrazione delle emissioni di anidride carbonica: in atmosfera c'erano circa 280 parti per milione di CO2 all'alba della rivoluzione industriale, oggi abbiamo superato quota 385 e l'incremento è sempre più veloce: ormai ha superato le due parti per milione l'anno e si avvia verso le 3 parti per anno. Con un incremento di 3 parti per milione l'anno per arrivare a una concentrazione di 450 parti, che è il tetto da considerare invalicabile, ci vorrebbero per l'appunto una ventina di anni.

Tutto ciò ha dei risvolti pratici molto concreti perché l'analisi scientifica lascia aperte due opzioni. 

O supponiamo che un virus sconosciuto si sia impossessato dei migliori climatologi del mondo portandoli ad affermazioni prive di senso, oppure li prendiamo sul serio e tagliamo subito le emissioni serra che sono prodotte dal consumo di combustibili fossili e dalla deforestazione. La rivista Nature, poco incline a credere all'esistenza del virus che colpisce gli scienziati, arriva a questa conclusione: "Solo un terzo delle riserve economicamente sfruttabili di petrolio, gas e carbone può essere consumato entro il 2100, se vogliamo evitare un aumento di temperatura di 2 gradi".

E non è detto che anche la stima dei 20 anni non risulti troppo generosa. 

James Hansen, che per anni ha guidato il Goddard Institute della Nasa, sostiene che il tetto va abbassato e bisognerebbe restare molto al di sotto delle 450 parti per milione. "Anch'io credo che bisognerebbe partire subito e mettere il mondo in sicurezza nell'arco di un decennio perché le capacità di recupero degli ecosistemi stanno arrivando al limite di rottura", precisa il climatologo Vincenzo Ferrara.

"Gli oceani e le foreste che finora hanno assorbito circa una metà del carbonio emesso dalle attività umane sono sempre meno in grado di continuare a svolgere questa funzione: se queste spugne di anidride carbonica smetteranno di catturarla il cambiamento climatico subirà un'accelerazione drammatica".

(Edgardo Buonaguidi)

 

ebuonaguidi@meteorete.com
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