L’inverno resta alla porta mentre l’anticiclone riscrive dicembre: giornate miti, cieli limpidi e un’attesa che sembra non finire.
Il calendario dice dicembre, ma il tempo atmosferico sembra raccontare un’altra storia. Da giorni l’Italia vive una fase dominata da un anticiclone tenace, uno di quelli che si piazzano sul Mediterraneo e non hanno alcuna fretta di andarsene. Il risultato è sotto gli occhi di tutti: temperature troppo alte per la stagione, giornate limpide alternate a nebbie persistenti e una sensazione generale di inverno rimandato. Un dicembre che assomiglia più a marzo, con l’inverno che resta alla porta senza bussare davvero.
Questo tipo di anticiclone non è una novità assoluta, ma la sua intensità in queste settimane colpisce. Le masse d’aria che ci stanno interessando arrivano da latitudini più calde e si distendono sull’Italia come una coperta che trattiene il caldo accumulato nei mesi scorsi. È un meccanismo semplice: alta pressione significa aria stabile, scarsa ventilazione e poche occasioni per l’atmosfera di cambiare ritmo. Non c’è spazio per fronti perturbati né per discese fredde in grado di spalancare la porta all’inverno.
Le conseguenze si vedono soprattutto sulle massime, che in molte regioni superano i 14-16 gradi anche in pieno giorno. Sulle Isole e sul basso Tirreno si registrano valori ancora più alti, con punte vicine ai 17-18 gradi nei momenti più soleggiati. Numeri che raccontano un dicembre anomalo, più simile a un finale di stagione che a un inizio d’inverno.
Le minime, invece, risentono della tipica inversione termica tipica dell’alta pressione: dove il cielo resta sereno, il terreno si raffredda più rapidamente e nelle pianure interne il termometro scende anche sotto i 4-5 gradi. È un freddo diverso, però, asciutto e notturno, senza quella dinamica invernale che si accompagna a perturbazioni e masse d’aria più rigide.
Il punto chiave è capire fino a quando durerà questa situazione. I modelli attuali concordano su un aspetto: l’anticiclone continuerà a dominare ancora per diversi giorni. Il suo cedimento non appare imminente, anche se qualche segnale di stanchezza potrebbe comparire nella seconda parte della settimana.
Le prime crepe potrebbero arrivare da Ovest, con infiltrazioni umide in grado di aumentare nuvolosità e, solo in un secondo momento, favorire il passaggio di una perturbazione. Ma parlare di “crollo termico” oggi sarebbe prematuro. La sensazione è che il vero inverno dovrà aspettare: una fase più dinamica potrebbe arrivare, ma servirà tempo perché le alte pressioni cedano davvero terreno.
Se c’è un messaggio da cogliere in questo strano dicembre, è che l’inverno non è sparito: si sta solo facendo attendere. L’atmosfera ha cicli complessi e quest’anno il Mediterraneo è ancora carico di calore residuo, capace di alimentare stabilità più a lungo del previsto. È una parentesi, non una condanna: il freddo arriverà, ma non ora, non finché l’anticiclone continuerà a dettare le regole.
In questo momento ci muoviamo in un territorio sospeso, dove l’inverno sembra trattenere il fiato. Una pausa che racconta molto più della stagione meteorologica che dell’ago del termometro. E come sempre accade, sarà il primo vero cambio di vento a ricordarci che, anche quando sembra lontano, l’inverno trova sempre il modo di tornare in scena.
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