Il 2025 si chiude senza gelo né tempeste, con un cielo che accompagna il passaggio d’anno in silenzio.
Il 2025 si avvia alla conclusione lasciando una sensazione difficile da ignorare: dal punto di vista meteo, questo dicembre non ha rispettato il copione. Dove ci si aspetterebbero freddo diffuso e perturbazioni invernali, si è spesso trovato spazio per giornate miti, cieli stabili e un inverno rimandato. Il bilancio climatico di fine anno racconta una storia che vale la pena fermarsi a leggere.
Le ultime settimane sono state dominate da una persistente alta pressione, capace di mantenere temperature superiori alla media e di ridurre al minimo le occasioni di maltempo organizzato. Una situazione che non è del tutto nuova, ma che colpisce per durata e continuità, soprattutto in un periodo che dovrebbe segnare il passaggio definitivo alla stagione fredda.
Il mese che si sta chiudendo ha mostrato un volto quasi autunnale avanzato, più che invernale. Le massime hanno spesso superato i valori tipici di dicembre, soprattutto al Centro-Sud, mentre al Nord si è assistito a un’alternanza tra giornate miti e notti fredde, condizionate dall’inversione termica.
Le precipitazioni sono state scarse e mal distribuite. La neve ha fatto fatica a scendere a quote basse, rimanendo confinata alle alte montagne. Un quadro che conferma come il freddo vero abbia trovato pochi spiragli per imporsi.
Chiudere l’anno con un dicembre così stabile significa arrivare a gennaio con un’atmosfera ancora carica di energia residua. Il Mediterraneo conserva calore, l’aria fredda resta a latitudini più alte e l’inverno è costretto a cercare strade alternative per farsi spazio.
Questo non esclude affatto che gennaio possa riservare sorprese. Anzi, spesso stagioni partite in sordina hanno mostrato il loro lato più dinamico proprio nella seconda parte. Ma il finale del 2025 consegna al nuovo anno un’eredità chiara: un inverno che deve ancora costruirsi.
Dal punto di vista meteorologico, il 2025 non si chiude con un colpo di scena, ma con una continuità quasi silenziosa. Niente tempeste, niente gelo memorabile, niente immagini da calendario. Solo una lunga fase di equilibrio che racconta molto del clima che cambia e delle stagioni che si ridefiniscono.
Il cielo di fine anno non urla, non sorprende, non spaventa. Accompagna l’uscita del 2025 con discrezione, lasciando al nuovo anno il compito di decidere quando e come l’inverno vorrà davvero prendersi la scena.
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