Per l’accensione dei riscaldamenti in Italia è necessario rispettare precise regole in modo da evitare le sanzioni previste dalla legge.
Con l’arrivo dell’autunno le temperature nel nostro Paese iniziano ad abbassarsi ed in molti stanno già pensando all’accensione dei termosifoni per contrastare il freddo. In tal senso, è necessario sapere che bisogna seguire delle precise regole sia per quanto riguarda le date di accensione che per la temperatura da impostare.

In particolare, secondo le disposizioni in vigore, il territorio italiano è suddiviso in sei aree e per ognuna di esse è stabilito un calendario per l’accensione dei riscaldamenti. Per la temperatura, invece, i limiti sono disposti a livello nazionale. Il mancato rispetto delle norme comporta delle pesanti sanzioni.
Riscaldamenti, le regole per l’accensione: tutto quello c’è da sapere
In molte zone del nostro Paese le temperature si sono già abbassate ed i cittadini si chiedono quando sia possibile accendere i riscaldamenti in modo da tenere gli ambienti caldi durante la stagione invernale 2025-2026. La legge stabilisce delle precise regole per l’uso dei termosifoni.

Stando alle disposizioni nazionali, il territorio è suddiviso in sei aree climatiche (dalla A alla F) e per ognuna di esse è disposto un calendario con precise date per l’accensione e lo spegnimento dei riscaldamenti, ma anche delle norme per l’utilizzo. Riportiamo di seguito il calendario e le zone climatiche di riferimento:
- Zona A: Lampedusa, Porto Empedocle e Linosa
- Zona B: Agrigento, Catania, Crotone, Messina, Palermo, Reggio Calabria, Siracusa e Trapani
- Zona C: Bari, Benevento, Brindisi, Cagliari, Caserta, Catanzaro, Cosenza, Imperia, Latina, Lecce, Napoli, Oristano, Ragusa, Salerno, Sassari e Taranto
- Zona D: Ascoli Piceno, Avellino, Caltanissetta, Chieti, Firenze, Foggia, Forlì, Genova, Grosseto, Isernia, La Spezia, Livorno, Lucca, Macerata, Massa Carrara, Matera, Nuoro, Pesaro, Pescara, Pisa, Pistoia, Prato, Roma, Savona, Siena, Teramo, Terni, Vibo Valentia, Viterbo
- Zona E: Alessandria, Aosta, Arezzo, Asti, Bergamo, Biella, Bologna, Bolzano, Brescia, Campobasso, Como, Cremona, Enna, Ferrara, Frosinone, Gorizia, L’Aquila, Lecco, Lodi, Milano, Modena, Novara, Padova, Parma, Pavia, Perugia, Piacenza, Pordenone, Potenza, Ravenna, Reggio Emilia, Rieti, Rimini, Rovigo, Sondrio, Torino, Treviso, Trieste, Udine, Varese, Venezia, Verbania, Vercelli, Verona, Vicenza
- Zona F: Belluno, Cuneo e Trento.
Le date e la ore di utilizzo:
- Zona A: dal 1° dicembre 2025 al 15 marzo 2026 (massimo 6 ore al giorno);
- Zona B: dal 1°dicembre 2025 al 31 marzo 2026 (massimo 8 ore al giorno);
- Zona C: dal 15 novembre 2025 al 31 marzo 2026 (massimo 10 ore al giorno);
- Zona D: dal 1° novembre 2025 al 15 aprile 2026 (massimo 12 ore al giorno);
- Zona E: dal 15 ottobre 2025 al 15 aprile 2026 (massimo 14 ore al giorno);
- Zona F: nessun tipo di limitazione.
Come abbiamo anticipato, anche per le temperatura da impostare esistono delle disposizioni precise. In Italia è stato stabilito che negli ambienti domestici non è possibile impostare una temperatura oltre i 20 gradi con un due gradi di tolleranza in eccesso. Tali disposizioni non riguardano strutture come ospedali o centri per anziani e bambini.
I trasgressori rischiano sanzioni severe il cui importo può variare dai 500 ai 3mila euro. A queste possono anche aggiungersi le multe disposte dai singoli Comuni che possono arrivare sino ad un massimo di 800 euro.