Cosa sapere e cosa fare per quanto riguarda il riscaldamento domestico che spesso inquina tantissimi: ecco tutte le informazioni necessarie per evitare problemi.
Nei mesi invernali, dopo una giornata intera passata fuori casa, si avverte solo il desiderio di rientrare nella propria abitazione e di lasciarsi ‘coccolare’ dal calore dei termosifoni. Un gesto naturalissimo, ma che tuttavia può avere delle conseguenze piuttosto serie. Il riscaldamento domestico, infatti, è uno dei principali responsabili dell’inquinamento atmosferico, riuscendo ad avere un impatto davvero molto rilevante.

La maggior parte delle abitazioni utilizza ancora sistemi di riscaldamento alimentati da combustibili fossili, come gas naturale, gasolio o pellet. Questi, durante la combustione, rilasciano anidride carbonica (CO₂), monossido di carbonio, ossidi di azoto e particolato fine (PM10 e PM2.5), responsabili sia del riscaldamento globale sia dell’inquinamento atmosferico locale. In molte città italiane, nei mesi invernali, le caldaie domestiche contribuiscono in misura rilevante all’aumento delle concentrazioni di smog. E in un’epoca in cui la situazione risulta già critica, ecco che sarà necessario un tipo di approccio completamente diverso.
Cosa sapere se il proprio riscaldamento domestico è obsoleto e inquina: le informazioni giuste
Ovviamente, un altro fattore molto importante è anche lo stato dell’impianto di riscaldamento, infatti, più saremo in presenza di un ‘modello’ vecchio e obsoleto e più, per funzionare, tenderà a bruciare più combustibile, immettendo nell’aria maggiori particelle inquinanti. Insomma, sembrerebbe proprio un cane che si morde la coda da solo, ecco che quindi, per evitare che questo accasa, sarà importante essere a conoscenza di alcuni aspetti fondamentali.

Per ridurre l’impatto ambientale del riscaldamento, è necessario dirigersi verso soluzioni più pulite e sostenibili, un passaggio ormai indispensabile e obbligatorio. Le pompe di calore, ad esempio, rappresentano una valida alternativa, così come la biomassa. Anche il teleriscaldamento, già diffuso in alcune città del Nord Italia, consente di sfruttare l’energia prodotta da impianti centralizzati, spesso alimentati da fonti rinnovabili o da calore di scarto industriale.
Inoltre, un buon isolamento termico, infissi performanti e l’utilizzo di termostati intelligenti possono ridurre l’impatto in bolletta fino al 40%. Anche semplici comportamenti quotidiani, come abbassare la temperatura di un grado o arieggiare brevemente le stanze, contribuiscono a contenere i consumi e, di conseguenza, le emissioni. Si tratta di cambiamenti, sicuramente importanti ma che possono essere agevolati dai diversi bonus attualmente erogabili e che permetteranno non solo di avere un impianto a norma, ma sicuramente anche più performante.





